Dopo aver chiarito la giusta mentalità da sviluppare per l’aspirante fotografo professionista nel precedente articolo, (clicca QUI per leggerlo) oggi ci spostiamo verso un argomento interessantissimo e fra i più controversi del mondo della fotografia.
Parleremo infatti della post produzione e dei suoi numerosi (e dibattuti) utilizzi.
Beh, direi di partire subito nella maniera più diretta possibile.
Non mi stancherò’ mai di ripetere quanto segue:
NON esiste fotografia senza post produzione, è un legame indissolubile.
Quest’ultima ha infatti accompagnato sin dal principio la sua controparte dello scatto, persino quando si lavorava ancora a pellicola e i negativi venivano sviluppati in camere oscure.
E adesso, una domanda per voi.
Sapreste dare una definizione di “post produzione”?
Prendetevi qualche secondo e provate a rispondere mentalmente alla domanda, in base alle vostre conoscenze.
Pronti/e?
Sappiate che se l’unica cosa che vi è venuta in mente è un semplice “Photoshop”… non ci siamo!
L’editing fotografico, o postproduzione, è la modifica dei file digitali attraverso dei software dedicati su vari dispositivi come PC, tablet o mobile.
In maniera molto generalista si potrebbe riassumere che il punto di partenza della post produzione è appunto costituito da un file negativo digitale che successivamente il fotografo andrà a sviluppare ed elaborare.
Se mi seguite da un po’ saprete che consiglio quasi sempre ai miei studenti e non solo di scattare in formato RAW piuttosto che JPEG: il file RAW, infatti, contiene molte più informazioni e risulterà dunque più editabile.
La post produzione si suddivide inoltre in tre aspetti diversi, che andremo ad analizzare assieme.
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SVILUPPO DELLE FOTO DIGITALI
Se come me, hai un background nella fotografia a pellicola pensare allo sviluppo ti fa venire un processo ben definito in mente.
Bene, ho una buona notizia: questo non è poi tanto diverso in digitale.
Scattando in RAW come ti dicevo prima, avremo letteralmente un negativo digitale grezzo e di base neutro.
Senza dubbio si tratta di una riproduzione fedele del momento che abbiamo catturato, ma mancheranno tutti i colori, i contrasti della scena che avevamo di fronte.
Ciò che una volta veniva fatto in camera oscura, ossia il processo di sviluppo del file/ negativo adesso avviene sul dispositivo con cui abbiamo scelto di lavorare.
Questa prima fase di sviluppo quindi, si basa sul correggere o modificare elementi di base come luci, ombre, contrasto, tonalità, colore o nitidezza che non vanno certamente ad alterare il contenuto dell’immagine.
Eh si, ricorda bene: abbiamo detto correggere, non stravolgere gli elementi della foto!
FOTORITOCCO
Possiamo considerare il fotoritocco come lo step successivo allo sviluppo.
Dopo aver corretto i dettagli di cui abbiamo discusso sopra, nel fotoritocco si procederà alla modifica, seppure minima, di alcuni elementi della scena.
Un esempio banale è la rimozione di piccole impurità o imperfezioni della pelle nella fotografia beauty, o altri elementi di “disturbo” in contesti fotografici differenti.
E no, non sto parlando di rimuovere la suocera nella fotografia di matrimonio!
FOTOMONTAGGIO
Dico sempre scherzosamente che questa fase è il regno di Photoshop e dei suoi fedeli seguaci.
È nel fotomontaggio che infatti è possibile apportare dei cambiamenti sostanziali alla propria immagine fino ad inserire elementi che di base non erano presenti, come uno sfondo, altri elementi o persino soggetti diversi.
Il risultato sarà dunque un collage di elementi più o meno — pesantemente — alterati rispetto all’immagine originale.
Nella mia esperienza trentennale come fotografo mi sono molte volte posto la domanda: dove finisce la fotografia e comincia l’immagine, ossia dove comincia qualcosa di diverso?
La risposta che mi sono dato è che il fotoritocco faccia ancora parte dell’ambito fotografia, a differenza del fotomontaggio che invece a mio parere, esce totalmente da questo binario.
Non è chiaramente un giudizio in negativo, sottolineo solo il fatto che si arriva ad un risultato completamente diverso da quello della fotografia originale.
Nota bene: Ho utilizzato il termine “fase” per comodità, ma in realtà i passaggi che ho descritto sopra non devono necessariamente verificarsi in sequenza.
USARE PHOTOSHOP EQUIVALE A BARARE?
Nella fase del fotoritocco incominciano a intravedersi le prime controversie rispetto al tema della post produzione.
Negli ultimi anni infatti, grazie anche ai notevoli sviluppi dell’intelligenza artificiale, andare a sostituire un elemento come il cielo con Photoshop ad esempio, è diventato più semplice che mai: basta solo un click.
In un caso come questo, è pur vero che un elemento dell’immagine originale è stato alterato per rendere la composizione più interessante ma mantiene comunque i canoni del realismo.
Diversamente, se avessimo sostituito il cielo con il mare… o le radici di un albero, il risultato ci avrebbe certamente portato lontano dalla fotografia.
Capisco che per alcuni fotoamatori o professionisti anche la sostituzione di un elemento come il cielo costituisca una sorta di “voler barare”.
Sono d’accordo col fatto che bisogna sicuramente avere la pazienza di andare a fotografare determinati luoghi nelle stagioni e nei periodi giusti, e soprattutto nelle ore giuste della giornata.
Se per molti la soluzione per sistemare una luce magari non consona alla situazione, è quella di “spiaccicare” un cielo da tramonto con Photoshop su di un’immagine, nonostante lo scatto sia avvenuto alle 12:00 del mattino, non mi sento di biasimare chi non concorda con questa scuola di pensiero, ma nemmeno di condannarlo in maniera netta.
Al fine di portare a casa il risultato, il fotoritocco è un metodo che sicuramente fa comodo ed agevola molto il lavoro.
Come sanno bene i miei studenti e chi mi segue sui miei canali sono fermamente convinto che il segreto per una buona post produzione sia quella di partire con un buono scatto di base.
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Ne abbiamo parlato anche in questo articolo Le TUE fotografie NON ti soddisfano al 100%? Ecco cause e Rimedi!
La post produzione vi permetterà magari di salvare la foto a rotta di collo, ma senza un buono scatto in partenza non si otterranno mai degli ottimi risultati.
Consiglio sempre di scattare creando tutti i presupposti per ottenere una buona foto in partenza ma soprattutto avendo già in mente il tipo di post produzione da realizzare.
Ancora una volta, menzioniamo la tecnica ETTR: avendo in mente uno specifico tipo di esposizione, setteremo certi parametri della fotocamera per sovraesporre in questo caso così da poter lavorare successivamente questi tipi file nel modo più adeguato.
POST PRODUZIONE SÌ… MA SENZA ESAGERARE!
In conclusione, è vero che al giorno d’oggi nel mondo del digitale la linea di confine fra fotografia e immagine è diventata molto più sottile, ma non trovo saggio prendere delle posizioni estreme a questo proposito.
Se da un lato capisco il perché abusare della post produzione sia un processo osteggiato da molti, non condivido nemmeno posizioni da purista dello scatto in camera.
Basare tutta la propria produzione solo sullo scatto in camera è infatti molto castrante sotto parecchi punti di vista, soprattutto se pensiamo che la foto verrà comunque post prodotta convertendo il file direttamente in JPEG dalla macchinetta stessa.
Trovare un buon equilibrio fra l’eseguire un buono scatto in partenza ed una post produzione appropriata alla circostanza, anche se minima, è il compromesso migliore.
È questo che insegno personalmente agli studenti di tutti i miei corsi, da quelli di base ai più avanzati.
Ricordate! La post produzione non si slegherà mai dalla fotografia e viceversa perché questi due aspetti sono sempre esistiti in perfetta armonia fra loro.
Inoltre, post produrre in digitale oggi ha dei vantaggi senza precedenti: il processo è molto meno costoso e impegnativo, la resa è molto migliore (immaginate sviluppare una pellicola a colori nel bagno di casa!) e nessun contatto con sostanze chimiche potenzialmente pericolose.
Senza chiaramente abusarne, la giusta post produzione ha un ruolo chiave nell’ aggiungere un tocco personale alle nostre foto.
A differenza del più complicato taglio fotografico, la post produzione è un sistema più semplice, immediato e diretto nel mostrare la direzione che vogliamo dare alle nostre foto.
Ci permetterà infatti di utilizzare in maniera personale un determinato linguaggio della fotografia attraverso colori, contrasti, etc. rendendolo unico e riconoscibile.
Spero di avervi aiutato a dipanare qualche dubbio su questa affascinantissima branca della fotografia e magari fornito qualche informazione in più su editing fotografico e dintorni.
Anche per oggi… è tutto!
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