I 3 Pilastri della Fotografia che devi conoscere per diventare un bravo Fotografo!

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Quali sono i veri PILASTRI della Fotografia che ogni bravo fotografo dovrebbe conoscere?

Che tu sia un principiante, un appassionato o un esperto non fa nessuna differenza: ti anticipo che non potrai prescindere dall’argomento di cui andremo a parlare se vuoi ottenere quel tanto agognato salto di qualità alle tue foto.

Nell’articolo di oggi, ti presenterò infatti i 3 pilastri fondamentali della fotografia che ogni fotoamatore deve conoscere per migliorare il livello delle proprie fotografie, sia da, sia come professione.

Partiamo in quarta con una risposta molto secca e concisa alla domanda:

“QUALI SONO I 3 PILASTRI FONDAMENTALI DELLA FOTOGRAFIA?”

Pronto/a?

  • TECNICA
  • EDUCAZIONE ALL‘IMMAGINE
  • STILE
 

Sono più che sicuro che avrai sentito già parlare di tecnica fotografica o stile, magari pensando di essere avanti in entrambi gli aspetti.

Lascia che ti dica una cosa: non è così semplice come sembra.

Analizziamo per gradi ciascuno di questi aspetti, cominciando dalla tecnica fotografica.

Continua a leggere…

 

LA TECNICA FOTOGRAFIA

Cosa intendiamo per tecnica fotografica?

Nella mia esperienza da formatore, mi è capitato di incontrare a volte delle risposte piuttosto superficiali a questa domanda.

Nello specifico, si ha come l’impressione che la “tecnica fotografica” riguardi solo alcuni aspetti tecnici di base della fotografia.

In realtà la questione è decisamente più ampia e complessa.

La tecnica fotografica si definisce come tutto quello che occorre per realizzare una fotografia: dallo scatto all’editing fino alla stampa.

Ovviamente si comincia dalla fase di scatto.

Questa riguarda il conoscere il proprio strumento, saperlo impostare correttamente in base alle diverse circostanze che abbiamo di fronte e avere anche già in mente la fase di post-produzione ed eventuale stampa.

È per questo che nei percorsi formativi all’interno della mia PHOTOMASTERY SCHOOL insisto molto sul voler passare un metodo di lavoro pratico e facilmente replicabile che comprenda tutti questi aspetti: scelta dell’inquadratura, soggetto e gestione della luce.

Sai che ci sono delle offerte estive imperdibili sui nostri percorsi formativi in questo momento?

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E la post-produzione?

Adesso ci arriviamo.

Sebbene sia molto improbabile riuscire ad ottenere un risultato finale in fase di scatto, è giusto ricordare che le due fasi dovrebbero sempre essere collegate fra di loro.

Personalmente, consiglio sempre ai miei studenti di scattare sempre con l’obiettivo finale ben chiaro in mente, perché è ciò che io stesso applico nel mio lavoro.

Vi faccio un esempio.

Scattare utilizzando la tecnica dell’ETTR (Esposizione a destra) non è sicuramente una tecnica da usare in tutte le circostanze, ma in alcuni casi sovraesporre 1/3 o 2/3 di stop o anche uno interno, semplificherà di molto il lavoro in post produzione.

A questo punto ci tengo a fare una precisazione importante.

Riallacciandomi al discorso di prima, un feedback che ho sentito spesso dai miei studenti riguarda la scelta di utilizzo di un programma di post produzione rispetto ad un altro perché apparentemente sfornerebbe “risultati migliori”.

Non nego che ci possano essere dei particolari che cambiano da programma o programma, ma fondamentalmente la post produzione è un lavoro mentale.

Otterrò difatti il risultato che voglio non in base al programma utilizzato, ma grazie alla mia capacità tecnica e di composizione dello scatto. 

Se questo non dovesse accadere, significa semplicemente che la tua conoscenza del mezzo non è sufficiente!

Riproduci video

Nei workshop che ho organizzato per esempio, molti degli studenti che hanno partecipato non avevano di certo attrezzature professionali da capogiro, ma ti assicuro che sono riusciti a portare a casa dei risultati davvero eccellenti.

Questo a riprova del fatto che ottenere degli ottimi risultati non dipende affatto dal mezzo che si usa, ma dalla preparazione individuale del fotoamatore.

E’ questa infatti la differenza principale fra un bravo fotoamatore ed un bravo fotografo: saper progettare e costruire una buona fotografia in ogni circostanza, piuttosto che affidarsi al caso.

Ehi! Sai che ti sei perso/a la mia scorsa LIVE sul Canale YouTube dove parlo proprio di questo argomento la puoi rivedere anche qui? Se invece vuoi continuare nella tua lettura continua a scorrere 😉

 

EDUCAZIONE ALL’IMMAGINE

Sono conscio del fatto che l’educazione all’immagine non sia un tema prediletto fra i formatori ed in generale è difficile trovare del materiale che una volta applicato fornisca effettivo valore a questo proposito.

Ignorare o non trattare a sufficienza questo argomento però non potrebbe essere più sbagliato!

Nelle lezioni frontali di PHOTOMASTERY SCHOOL, ossia le nostre live settimanali, cerco sempre di introdurre l’argomento mentre commento le foto degli studenti, fornendo loro dei feedback specifici che possano introdurli al concetto stesso di educazione all’immagine.

In maniera del tutto generalista, si potrebbero identificare due macrocategorie per la fotografia: gli “ingegneri” e gli “artisti”.

I primi si caratterizzano per un’impronta più tecnica, sono affascinati dalle prestazioni delle strumentazioni fotografiche, i secondi, di stampo più artistico, sono orientati maggiormente verso l’estetica.

Questa distinzione si palesa anche nei tipi di fotografie che queste categorie di fotoamatori produce, e negli argomenti ai quali sono interessati.

Come fare in modo che un fanatico della progettazione tecnica e un esteta che ricerca la composizione artistica migliorino il livello delle loro fotografie?

Semplice: educando entrambi all’immagine.

Che cosa intendo con questo termine?

Intendo letteralmente educare il proprio occhio a cogliere determinati aspetti in maniera critica.

Elementi come le forme, la composizione, il colore, fanno tutti parte di questo bagaglio culturale che dobbiamo necessariamente interiorizzare per distinguere le nostre foto dalla massa.

Facciamo un esempio pratico: la fotografia paesaggistica.

Per quanto bellissimo genere fotografico, purtroppo in questo contesto si sono venuti a creare così tanti cliché e standardizzazioni, che ormai tutte le foto sembrano essere uguali a loro stesse.

(Cielo super stellato, HDR sparatissimo e ombre aperte, parlo a te!)

A livello di post produzione e cura dell’immagine noto davvero poca ricercatezza, ed è un peccato.

Non dimentichiamo poi che l‘educazione all’immagine inoltre, costituisce il naturale collegamento verso il terzo ed ultimo punto: lo stile fotografico.

 

LO STILE FOTOGRAFICO

Ai giorni nostri, il “mito” delle belle fotografie è stato notoriamente scardinato.

Sappiamo che il web è pieno di foto più o meno interessanti e chiunque sarebbe ormai capace di realizzare delle buone foto persino da smartphone, o dalla tanta decantata fotocamera in manuale, che non è di certo prerogativa di un esperto del settore.

Non credo ci sia bisogno di aggiungere che non è questo a renderci dei fotografi professionisti.

Cosa andrà dunque a dare peso alle nostre fotografie e renderci riconoscibili fra mille altri fotoamatori?

Ebbene sì… la presenza di un nostro stile fotografico personale.

Come dicevamo sopra, questo è il naturale prolungamento di una catena che inizia con la tecnica, continua con l’educazione all’immagine e culmina con la ricerca di un proprio stile.

Molto raramente, si palesano persone che in maniera istintiva riescono a produrre foto visibilmente personali ed uniche.

Vorrei tanto dirti che questo è il mio caso, ma starei mentendo alla grande!

Come tanti altri fotoamatori, io stesso, con il background artistico che mi porto dietro, ho dovuto “allenarmi” a osservare moltissime immagini, riviste, fotografi, lavorare con altri fotografi e scandagliare il loro metodo.

Col tempo, tutto questo ha contribuito a formare il mio stile personale, che è ovviamente poi diventato il mio biglietto da visita come professionista.

È vero che uno “stile” non si può insegnare, ma sicuramente è possibile fornire delle linee guida ad uno/a studente/ssa per orientarli verso una direzione e spronarli a essere costanti nelle stesse.

Capita spesso malgrado anni di pratica, che persino dei professionisti non abbiano uno stile riconoscibile, ed i loro portfoli assomiglino più a delle tele in patchwork per la mole di elementi contrastanti uno con l’altro.

Prima che me lo chiediate… i preset non sono sinonimo di stile!

Possono essere molto utili per creare una galleria Instagram e servire da base per lavorare, ma come detto, non sono indice di stile personale.

Se la fotografia è davvero la tua passione, la presenza di uno stile fotografico personale e riconoscibile diventa indispensabile per potersi ritagliare il proprio spazio, sia come professionista che come appassionato.

 

RUBRICA: ENZO RISPONDE

A questo proposito, nella live dello scorso martedì mi sono state poste le domande che seguono.

Riccardo, un utente di Facebook mi scrive di riscontrare problemi con gli incarnati:

“…un colore innaturale che di tonalità rosata di incarnato non ha nulla!”

Da ritrattista capisco perfettamente il problema.

Oltre alla necessità di un metodo di lavoro, ti consiglio intanto di partire da una foto di base più neutra possibile.

Non potendo vedere la foto in questione, immagino che questo possa essere dipeso dalle impostazioni di base della fotocamera, la luce che hai intorno, se si tratta di luce mescolata (calda o fredda) o se il bilanciamento del bianco ha creato un po’ di problemi.

Come dicevo sopra, questi intoppi sono facilmente evitabili curando la fase di scatto, perché’ ricorda che nemmeno la post produzione può fare miracoli!

Anche per oggi è tutto!

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